la recensione di marrosso.it

Autore: Claudio di Manao
Editori: GeoEgypt (esaurito) 
Magenes, RWC (disponibile)
Prezzo: Euro 12,00 (cartaceo)  Euro 3,49 (digitale)
La shamandura in Mar Rosso è il corpo morto a cui le imbarcazioni devono legarsi in fase di ormeggio per evitare di devastare la barriera corallina con l’uso delle proprie ancore. Ma a Sharm El Shiek, la shamandura è questo ed al tempo stesso molto di più. Lo sanno bene le molte persone che hanno lasciato il paese di origine e si sono trasferite in questo angolo di mondo per dedicare la loro vita all’attività subacquea. Lo sa bene Claudio Di Manao che della shamandura ha saputo cogliere a fondo il significato arrivando ad elaborare una vera e propria filosofia di vita. Spesso unico vero punto fisso dell’esistenza dei molti istruttori e divemaster della Sheik coast, intorno ad essa si intrecciano innumerevoli cime di ormeggio ma soprattutto storie di vita quotidiana accomunate dalla stessa passione per il mare e da un’esistenza vissuta costantemente sopra le righe. Da tempo ormai, Sharm non è più solo un’attrazione turistica, paese dei balocchi apparso dal nulla in una desolata distesa di sabbia e di sole. In questo luogo, gli alberghi sono sorti come i funghi in un sottobosco di edifici squadrati ed incompiuti, le costruzioni si sono susseguite l’una all’altra accompagnate dal fiorire di variopinti bazar che offrono ai turisti le merci più disparate. Qui i prezzi possono oscillare, in virtù dell’abilità dell’acquirente, come l’alta e la bassa marea del mare. Sharm El Shiek ha attirato imprenditori del turismo, commercianti improvvisati, abili affaristi ma soprattutto una nutrita schiera di perdigiorno, anime vagabonde pronte a seguire l’onda delle proprie pulsioni fino a sotto la superficie del mare. Sono questi i professionisti della subacquea, popolo di istruttori e di divemaster che hanno prestato giuramento di fedeltà eterna alla religione Padi in cambio del mitico brevetto nero, la chiave magica che in Mar Rosso abilita a fare della propria passione un lavoro ufficialmente riconosciuto. Il libro, come tiene a specificare l’autore, nasce da un mix di acqua, azoto e birra. Svela ai lettori segreti e peccati, tecniche di sopravvivenza e icone sacre di questo angolo di Egitto dove una particolare congiuntura di fattori geografici, culturali e religiosi ha fatto nascere un nuovo linguaggio, lo sharmese (un misto delle lingue principali con l’arabo), e delle abitudini tutte proprie. Claudio raccoglie e rielabora, con sapiente vena ironica, i racconti tragi-comici dei colleghi di lavoro: storie di vita e di mare, piccole o grandi disavventure che accomunano coloro che trascorrono le proprie giornate sulle barche che quotidianamente fanno la spola tra il porto di Marina Travco ed il parco marino di Ras Mohammed.

http://www.mar-rosso.it/gazzettino/d0_g619/Segnalibro/Egitto/Figli-di-una-%E2%80%A6.-shamandura

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