anteprima



I LUOGHI E LE PERSONE

Parliamo di una piccola porzione di deserto lungo uno dei mari più belli del mondo. Le montagne aride sullo sfondo tra l’arancio, l’ocra, il rosso, il beige, il lilla, il cioccolata amara, finanche il verde oliva, (dipende dall’angolo del sole, dalla stagione, dall’ora, dall’angolo visuale, ecc…) forniscono una cornice introvabile altrove. Non piove mai, e meno male, perché quando piove succede uno sfacelo.
Il mare è il Mar Rossoche non è rosso neanche un po’, ma piuttosto blu, azzurro turchino e, solo nei giorni particolarmente sfigati, verdastro. Per un’anomalia spazio-temporale, Jacques Cousteau scoprì Il Mar Rosso prima ancora dei Fenici. E’ un mare firmato Cousteau. Un mare ed un clima così attirano turisti, soprattutto membri di una particolare sottospecie turistica noti come: subacquei, divers, sommozzatori, plongeurs, buzos, taucher, turisti che noi abbiamo il privilegio, ma più spesso l’onere, di portare sott’acqua. A tutti gli altri insegniamo come si fa, e se proprio a loro non va, li portiamo a fare snorkeling, con maschera boccaglio e pinne, a guardare pesci e coralli sguazzando in superficie. Se non va neanche quello c’è la cammellata nel deserto, ci sono le moto da deserto, i desert safari con le jeep, il monastero di Santa Caterina, il monte Mosè, il casinò, il Pacha, la spiaggia ed una serie di bar, ma a quel punto non sono più affar nostro.

Le domande più frequenti dei turisti ad istruttori e guide subacquee, in ordine, sono:
1)     Vivi qui?
2)     Di dove sei?
3)     Quante immersioni hai?
4)     Ti trovi bene a vivere qui?
5)     Hai intenzione di fare questo lavoro tutta la vita? (Seguono consigli e suggerimenti)

Le risposte a queste domande in genere creano un certo smarrimento nell’interlocutore. E’ difficile, infatti, trovare una guida subacquea che lavori a Sharm e viva al Cairo, o che prenda l’autobus tutti i giorni da Stoccolma, andata e ritorno. E dato che il sole ci rende tutti biondicci e scuri di pelle, o giù di lì, difficile identificare la razza. Difficile anche identificare la lingua, per via di contaminazioni con lo Sharmese. Ma di questo nuovo idioma parleremo più avanti.

 Le domande più frequenti degli istruttori sub ai turisti sono:
1)     Sei subacqueo?
2)     Hai mai provato a fare immersioni?
3)     Cosa fai domani, Tiran o Ras Mohammed?
4)     Sei sposata/o?
5)     Che fai stasera? (Seguono consigli e suggerimenti)

Anche se non ci crederete mai, a Sharm si lavora duro. Verissimo. E ne andiamo fieri, perché il lavoro, quando coincide con una passione, gratifica il doppio. Nessuno è uno scansafatiche quaggiù. Quelli così durano poco e tornano in patria spaventati, a rifare quello che facevano prima con molto più zelo ed interesse. La popolazione di guide ed istruttori supera le 500 unità, secondo la stagione, il clima, l’angolo del sole, ecc. Questa popolazione è mediamente composta da inglesi, tedeschi, francesi, italiani, spagnoli, belgi, olandesi, norvegesi, danesi, svedesi, svizzeri, finlandesi, australiani, americani, argentini, brasiliani, neozelandesi, canadesi, giapponesi, russi, e… ovviamente, un sacco di egiziani. Ad ognuna di queste nazionalità corrisponde un certo numero di turisti. Questo microcosmo poliglotta ha fatto nascere un nuovo linguaggio, un misto delle lingue principali con l’Arabo: lo Sharmese.
Lo Sharmese è ormai la lingua ufficiale dei tassisti, delle guide turistiche e dei venditori di tappeti. Un classico esempio di sharmese è: “This carpet meya meya, sehr gut! solo talatìn egyptian lira for you, aleman!”
Avrete già capito che all’origine di molte discussioni, ritardi e disguidi a Sharm el Sheikh c’è un piccolo problema linguistico. A questo va aggiunto un altro fattore: minime differenze culturali che a loro volta comportano un’altra serie di malfunzionamenti ed incomprensioni tra stranieri e locali. Differenze del tutto trascurabili che si limitano soltanto a: abitudini, mentalità, costumi, punti di vista, concetto del tempo, comportamenti, dieta, vestiario, shopping, relazioni sociali, relazioni con l’altro sesso, lavoro, senso del denaro, gusti, orari, orari delle banche, dei negozi e degli uffici pubblici. Tutto qua.
Riguardo agli orari, che ancora non ho compreso del tutto, aspettatevi di vedere banche e negozi aprire e chiudere più volte durante il giorno, in concomitanza con l’ora della preghiera. Non contate su niente che sia aperto no-stop, eccetto McDonald’s, i diving center ed il mare.
Vivere a Sharm è comunque cosa facilissima. Basta farci l’abitudine.

La sensazione che avrete più spesso a Sharm el Sheikh, è quella di essere su Scherzi a Parte. Dal tassista allo skipper, dalla guida subacquea agli orari delle banche, penserete di essere vittime di una troupe televisiva nascosta nei paraggi, o della legge di Murphy. Sappiate che nella più ottimistica delle ipotesi, niente andrà come pianificato. Siate ottimisti, imparate a memoria le regole della discussione egiziana, e godetevi il mare, i pesci colorati, i coralli colorati, gli egiziani ed i turisti ancora più colorati, ed un po’ di grigio nei retrobottega, tanto per riposarvi la vista.
Abituatevi ai contrattempi ed alle frustrazioni, ai ritardi, alle assurdità ed alla polvere. C’è un sacco di polvere, in giro, che si ficca dappertutto, nei capelli, nei computer, nelle scarpe, nelle vostre cose più intime e nascoste. Che volete farci: siamo nel deserto!
Quali tipi di persone possono venire qui? Di tutti i tipi. Senza esclusioni (adesso che ci penso non ho visto tanti cittadini del Burkina Faso, ma m’informerò meglio.) I turisti vengono a Sharm perché glielo hanno detto gli amici e le agenzie di viaggio, ed i residenti stranieri perché gli amici e le famiglie, pur di liberarsene, hanno detto loro che il lavoro si trova facilmente. A differenza dei turisti, che vengono, fuggono e non si fa in tempo a capire niente della loro storia personale, quelli che lavorano a Sharm el Sheikh hanno tutti il tempo di raccontarci affascinanti storie molto personali. Istruttori sub si diventa, non si nasce. E quelli che lo diventano in tenera età, poi si stufano di aver che fare con i subacquei e con i pesci in generale e aprono bar, ristoranti, agenzie immobiliari e riviste on-line.
Solo i più duri restano. Sono quelli che hanno detto no a qualcosa d’importante, all’ufficio, al traffico, al negozio, al cinema, alla mamma, alla moglie, alla fidanzata, alle tasse, all’ufficiale giudiziario; sono quelli che un giorno si sono detti: “Alla fine d’una giornata di lavoro non ho visto neanche un barracuda, né un’alcionaria, né uno svuotamento maschera, ma che palle!” Questi costituiscono il nocciolo duro di Sharm el Sheikh. Non c’è verso di farli tornare in ufficio. Altre avvertenze?

Lavate bene le verdure.
Non aspettatevi che un appuntamento venga rispettato.
Non fate immersioni oltre i 30 metri.
Il tassista è il vostro peggior nemico.
Attenti ai buchi spazio-temporali.


copyright: claudio di manao - magenes editoriale

vietata la riproduzione anche parziale dei testi e delle immagini

psst!
se sei cliente registrato di Amazon puoi accedere ad una anteprima molto più lunga!


Nessun commento:

Posta un commento

lascia un tuo commento